Sono qui raccolti tre fortunati saggi di Carlo Cipolla - "I pidocchi e il Granduca", "Cristofano e la peste", "Chi ruppe i rastelli a Monte Lupo?" - che, assieme a due altri testi, delineano il panorama delle strutture sanitarie e della professione medica nell'Italia del Rinascimento.
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La storia dell'Europa preindustriale è dominata dal tragico susseguirsi di epidemie che costituivano non solo un terribile dramma umano, ma anche una spaventosa rovina economica. Fu sotto l'incalzare di questi eventi che presero corpo e si svilupparono per la prima volta nell'Italia settentrionale isituti e pratiche che, diffusi in seguito in tutta Europa, furono la base dell'organizzazione sanitaria moderna. la storia della loro creazione e del loro sviluppo è lo sfondo su cui si svolge l'azione descritta nei casi narrati. In effetti i veri protagonisti del libro non sono i bacilli e i loro vettori - pulci, pidocchi o ratti che fossero - ma gli ufficiali della Sanità e i loro collaboratori, tutti impegnati in una lotta disperata contro il nemico mortale e invisibile che rimase loro sempre misterioso. Se l'ignoranza della scienza medica vanificò in gran parte l'opera di questi uomini, la loro azione portò in primo piano, sia pure confusamente, il concetto di prevenaione della malattia e mise in risalto l'incidenza dei fattori di natura economica, sociale ed ecologica. In questo volume Cipolla racconta tre storie esemplari di pidocchi, bacilli ed altri "nemici invisibili" con cui guerreggiavano strutture sanitarie e professione medica nell'Italia del Rinascimento.