All'inizio di questa storia c'è un giovane sardo, solitario e ribelle: Andrea Scano. Negli anni Trenta, su una piccola barca a vela, scappa dal paese natale, Santa Teresa, in Gallura. La meta è la Corsica, terra francese, che sembra promettergli una vita diversa, la libertà, un po' di fortuna.
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Il ragazzo non sa che quella fuga sarà l'inizio di un lungo e terribile tragitto, dentro un'Europa dove già si scontrano la democrazia, il fascismo, il nazismo, il comunismo. Dalla Francia, Andrea va in Spagna, arruolato nelle Brigate internazionali. Di lì passerà al confino di Ventotene, alla guerra civile a Genova e sull'Appennino ligure e infine alla vittoria del 25 aprile 1945. E' a questo punto che il suo percorso di militante comunista subisce una svolta tragica. Per aver nascosto le armi da usare nella tanto attesa rivoluzione, Scano è obbligato a riparare in Jugoslavia. Sarà qui, nel paradiso proletario del maresciallo Tito, che scoprirà come un vincitore possa trasformarsi in un vinto. Condannato alla deportazione in un gulag tra i più feroci, l'Isola Calval. Torturato dai comunisti come lui. Ridotto a un cadavere vivente. E poi, rientrato in Italia, di nuovo prigioniero. Ma stavolta del silenzio imposto dal Pci ai compagni sopravvissuti all'inferno jugoslavo, poiché così vuole una cinica ragion di partito. Dopo aver narrato la resa dei conti sui fascisti sconfitti in un libro dal grandissimo successo, "Il sangue dei vinti", Pansa affronta una vicenda parallela anche se opposta: il dramma dei soldati rossi sicuri di aver trionfato e finiti invece sotto le unghie di un regime altrettanto rosso, per poi essere messi a tacere dai loro stessi capi. All'inizio di questa storia c'è un giovane sardo, solitario e ribelle. E' una storia vera che ci trasporta dentro un'epopea diabolica, dove gli idealisti come Scano si sacrificano agli ordini dei padroni del dopoguerra comunista: Stalin, Tito, Krusciov, Togliatti, Longo, Secchia. I luoghi che Pansa racconta sono: Trieste, Fiume, l'occupazione Jugoslava in Istria, nel Quarnaro e in Dalmazia, il carnaio delle foibe, l'esodo di tantissimi italiani, l'accanimento della polizia segreta di Tito, le isole lager, l'assassinio di migliaia di deportati. All'inizio di questa storia c'è un giovane sardo, solitario e ribelle: Andrea Scano. Negli anni Trenta, su una piccola barca a vela, scappa dal paese natale, Santa Teresa, in Gallura. La meta è la Corsica che sembra promettergli una vita diversa, la libertà, un po' di fortuna. Dalla Francia, Andrea va in Spagna, arruolato nelle Brigate internazionali. Di lì passerà al confino di Ventotene, alla guerra civile a Genova e sull'Appennino ligure e infine alla vittoria del 25 aprile 1945. È a questo punto che il suo percorso di militante comunista subisce una svolta tragica. Per aver nascosto le armi da usare nella tanto attesa rivoluzione, Scano è obbligato a riparare in Jugoslavia. Sarà qui che scoprirà come un vincitore possa trasformarsi in un vinto.